Serena: benvenuti dentro la terra delle opportunità sprecate

Decisamente un titolo ricco di denuncia e di cattive intenzioni, forse un modo di resistere o di instillare una personale rivoluzione. O forse ancora, dentro questo suono distopico e visionario, acido in molti tratti della sua sospensione, viviamo una personale trasformazione contro la stati, contro l’omologazione, contro la finta personalità che ci viene sottilmente imposta. Serena, cantautrice e produttrice di stanza a Londra, vive una rinascita dentro questo lavoro dal titolo “Welcome to Wasteland”, deep dark di gustosissima emancipazione, di raffinata libertà espressiva. E ci voglio vedere la denuncia sociale dentro le trame di un disco che cerca la proprio personale identità.

La prima domanda importante: perché “sprecate”? Perché una terra di possibilità, di opportunità sprecate?
Perché quando ho scritto la canzone vivevo una situazione emotiva molto pesante dove ero innamorata di una persona già impegnata ed ero continuamente combattuta tra il palesare i miei sentimenti o tenerli per me, ed essendo nello stesso gruppi di amici ci si vedeva spesso ed ogni volta mi dicevo “se capita l’occasione stavolta glielo dico”, e poi l’occasione non e’ mai arrivata o forse non ho mai saputa prenderla.

Parli spesso di una condizione mentale particolare. A cosa ti riferisci se possiamo chiederlo?
Durante il secondo anno di università sono stata piuttosto male per la pressione degli esami e motivi personali, così ho iniziato un percorso di terapia e lì, per la prima volta, mi è stato spiegato cosa sono gli attacchi di panico, la depressione ecc. E li ho provato quel sollievo che provano i malati quando finalmente sanno che la loro malattia ha un nome. È stato un percorso difficile, lungo, su cui non credo si smetta mai di lavorare, ma da li ho iniziato a prendere cura della mia salute mentale e anche a parlarne pubblicamente e nel privato per cercare di normalizzare questo argomento che e’ ancora un taboo per molti.

Londra come approdo… cosa ti ha portato?
La musica, semplicemente. Nel 2014 sono stata accettata al British and Irish Modern Music Institute dove ho conseguito una laurea in Canto e Composizione. Poi, una volta qui, ho scoperto la scena musicale londinese, cosmopolita e variegata, piena di influenze da tutto il mondo.

E la tua musica in che modo è tornata (se lo ha fatto) in Italia?
All' inizio pensavo che essendo che scrivo i miei pezzi in inglese la mia musica non potesse interessare in Italia, ma negli ultimi anni, soprattutto dopo aver avuto l'opportunita di suonare di nuovo nella mia terra natia dopo tanto e sentire il calore delle persone che sono accorse a sentirmi, mi sono ricreduta. Vorrei tanto poter fare un tour estivo nella nostra bella penisola appena sarà possibile.

Serena oggi somiglia al nome che porta?
“Serena” significa felice, significa un cielo blu limpido, ma nella vita a volte ci sono anche le nuvole ed il vento e la pioggia (ed io che vivo a Londra ne so qualcosa), ma sono proprio quei momenti che ti insegnano ad apprezzare di più quando torna il sole.

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