INTERVISTA | DARIO BALDAN BEMBO Atlantide un disco, un libro e la sua carriera

Raccontata da Erica Tamborini la passione di Dario Baldan Bembo per la vita e per la musica.


Ciao Dario ci racconti quando è nata l’idea di ATLANTIDE il libro disco uscito in questi giorni?

L’idea è arrivata quando ho iniziato l’ultima mia grande impresa, nel 2020, quella di ordinare e riorganizzare il mio Archivio. Nel catalogare i miei brani mi sono reso conto che molti di questi erano rimasti inascoltati. Sono brani che negli anni sono stati pubblicati nei vari album ma sono rimasti pressoché sconosciuti e mi sono reso conto di avere un patrimonio musicale sommerso, un iceberg fatto di musica di cui solo una piccola porzione è conosciuta. L’idea di Atlantide è nata così, dalla voglia di riportare alla luce le mie canzoni nascoste.

 

Il libro racconta di te e della tua carriera e lo ha scritto Erica Tamborini che abbiamo notato è anche nei cori del tuo disco. Ci dici che rapporto c’è con lei?

Erica Tamborini innanzitutto è una artista, una scultrice e una storica dell’arte inserita molto nel discorso dell’arte. Non ho avuto bisogno di spiegarle la mia idea musicale, lei la ha compresa istintivamente. Infatti, il dialogo tra chi fa arte, che sia musica o un’altra forma artistica, è così, è immediato, o c’è o non c’è. Prima di tutto ho coinvolto Erica nei miei cori, nonostante non sia una corista professionista, perché avevo la necessità di rompere la perfezione del coro professionale per avere più naturalezza e groove. Questo lo faccio da sempre. Solo in un secondo momento è venuta l’idea del libro, e mi sono rivolto a lei che oltretutto scrive bene, è una Storica dell’arte e una assoluta creativa come me. Tutto qui. 

 

Nel disco sono contenuti alcuni tra i tuoi più grandi successi cantati da altri successi alla loro prima pubblicazione. Ci puoi spiegare cosa si prova a ricantare o risuonare dei brani che avevi “regalato” a grandi interpreti come Renato Zero, Mia Martini, e o che avevi cantato tu in passato? 

La sensazione è quella di ridargli una nuova vita con nuove e più attuali sonorità. Questo a ribadire l’efficacia di brani che restano eterni.

 

Atlantide, che dà il titolo al progetto, è un brano strumentale come altri presenti nel tuo disco. Hai sempre avuto una grande attenzione per la musica. Ci sono progetti futuri solo strumentali che vorresti pubblicare in futuro? 

Nel mio repertorio ci sono moltissimi di brani con queste caratteristiche, sia pubblicati nei dischi che inediti. La mia intenzione è quella di tirare fuori altri brani che hanno musicalità così ampie e liriche. Nel pubblicare queste musiche, come Atlantide, ho voluto ribadire la mia identità di compositore prima di essere un cantante. Sono convinto che la mia personalità di autore è prima di tutto dietro alla vastità dei miei cori prima ancora che nella mia voce da solista.

 

C’è una domanda che nessuno ti ha mai fatto in tutti gli anni della tua stupenda carriera a cui vorresti rispondere? 

Sì. Nessuno mi ha mai chiesto chi fosse l’Amico è? Se avesse un nome e cognome? La risposta è sì. 


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