“L’arancio” è il nuovo singolo del cantautore romano Lorenzo Santangelo, prodotto da Filippo Raspanti per Sphere Music International. Il testo del brano, raffinato ed incisivo allo stesso tempo, si sviluppa in un crescendo perfettamente in armonia con la musica, partendo da una tenera immagine di vita quotidiana, seguita da una serie di riflessioni mai banali e di forte impatto emotivo.
In occasione dell’uscita del suo ultimo singolo, a cui si accompagna anche il videoclip, girato in Toscana in un casale di campagna dell’800 da Gabriele Paoli, lo abbiamo intervistato per voi.
Ciao Lorenzo, benvenuto. Prima di tutto, cos’è per te la musica?
Qualcosa di assolutamente essenziale. Ho iniziato a studiare pianoforte a 4 anni, non ho ricordi di me senza musica, quindi per me è una cosa del tutto naturale e indispensabile, come respirare.
Qualcosa di assolutamente essenziale. Ho iniziato a studiare pianoforte a 4 anni, non ho ricordi di me senza musica, quindi per me è una cosa del tutto naturale e indispensabile, come respirare.
Come è nato il nuovo singolo?
Dopo aver vissuto tanti anni all'estero ho sentito il bisogno di riscoprire le mie radici, e l'ho fatto utilizzando il mio dialetto e parlando di mio nonno. Il dialetto e i nonni sono tra le cose più antiche che hai. Nello specifico, il brano nasce da una frase che mi ha detto mio nonno poco prima di morire. Mi chiese veramente di sbucciargli un'arancia perché per lui tutto era fatica.
Dopo aver vissuto tanti anni all'estero ho sentito il bisogno di riscoprire le mie radici, e l'ho fatto utilizzando il mio dialetto e parlando di mio nonno. Il dialetto e i nonni sono tra le cose più antiche che hai. Nello specifico, il brano nasce da una frase che mi ha detto mio nonno poco prima di morire. Mi chiese veramente di sbucciargli un'arancia perché per lui tutto era fatica.
Quale messaggio vuoi trasmettere con questo brano?
Ho voluto utilizzare mio nonno per lanciare un messaggio da una vecchia generazione a quelle nuove. Credo che la memoria sia fondamentale, perché solo senza memoria e senza esperienza si commettono errori che possono essere evitati. E poi probabilmente le vecchie generazioni sapevano stare al mondo meglio di noi: avevano di meno ma stavano meglio. Credo che abbiamo molto da imparare da loro.
A chi dedichi questo singolo?
Ovviamente a mio nonno, che nella sua normalità mi ha insegnato tantissimo. E poi a tutti quelli che si sono emozionati ascoltandola, e so che sono molti. Grazie di cuore a tutti.
Grazie mille per la tua disponibilità, vuoi aggiungere qualcosa per chiudere questa intervista?
Grazie a voi per questo spazio! Chiedo soltanto a chi troverà interessante la mia proposta di seguirmi sui social e di restare in contatto. Voglio crescere e posso farlo solo insieme a chi ha la sensibilità di ascoltare le mie canzoni.
Ovviamente a mio nonno, che nella sua normalità mi ha insegnato tantissimo. E poi a tutti quelli che si sono emozionati ascoltandola, e so che sono molti. Grazie di cuore a tutti.
Grazie mille per la tua disponibilità, vuoi aggiungere qualcosa per chiudere questa intervista?
Grazie a voi per questo spazio! Chiedo soltanto a chi troverà interessante la mia proposta di seguirmi sui social e di restare in contatto. Voglio crescere e posso farlo solo insieme a chi ha la sensibilità di ascoltare le mie canzoni.
