Non un modo per
rifuggire dall’oggi e rincuorarsi nel passato, bensì un tentativo di porre in
luce ciò che è davvero importante e sincero, ossia i nostri cuori, le nostre
emozioni e ciò che la verità non filtrata dallo schermo blu dei cellulari ci
offre ogni giorno.
Il cielo, i
campi, i fiori, un acquazzone che «ti fa prender l’ombrello, abbracciare un
amore, e fa bella musica, come in una canzone»: è questo il colore delle nostre
esistenze, i dettagli impercettibili che il nostro occhio non sempre coglie, ma
che, battito dopo battito, si depongono sulle nostre anime, a costruire i
nostri sentimenti e i nostri desideri. Un elogio, cullato da una sonorità
country che molto riecheggia le sfumature dei campi, a chi ancora fatica sulle
colture, senza domeniche e festivi e con quei sapori che «sanno di lunedì».
Il “principe
della terra” è, dunque, il contadino, ossia colui che è ancora ben saldo al
terreno e sa cogliere la bellezza non solo nel cielo sereno e «bello» dei
meteorologi, ma anche nel buio che accompagna le notti, negli elementi che
costellano la natura – come rievoca la copertina dalle pennellate fortemente
van goghiane – e nel tempo che passa e non ci dona ciò che desideriamo in modo
subitaneo, ma ci fa pregustare ciò che giungerà facendo attendere le nostre
ambizioni.
Per preservare
la nostra Terra dobbiamo, infatti, rispettarne i ritmi e, per farlo, dobbiamo
volgere lo sguardo indietro, a ciò che è stato e non è mediato da schermi o
cellulari. Solo così potremo apprezzare il rosso di un pomodoro, il rito
purificatorio di un acquazzone estivo e «sogni, zanzare e preghiera che danzano
insieme, a far passare la notte per un’alba che viene»
Il singolo Il principe della terra di Giors è distribuito dall’etichetta Lo Studio Records sulle migliori piattaforme di streaming musicle.
CREDITI:
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Testi: Giors
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