Parliamo di “Giungla”, l’estratto che porta in radio “Lividi e ferite”. Tutto didascalico nel mondo di LIVIDO, tutto verace, vero, eternamente istintivo nonostante il suono metropolitano di bit profondi e scavati dentro il DNA dell’esistenza. Un disco dedito all’esistenza. Ci piace questo tessitura in bilico tra uomo e cemento…
Sono d'accordo,nelle canzoni si cerca sempre di afferrare qualche aspetto della realtà e di racchiuderlo al loro interno,per l'analogia con la giungla mi è bastato guardarmi attorno,siamo costantemente messi alla prova e dobbiamo essere capaci di superare tutti questi ostacoli.
Io penso che dalla giungla non si possa uscire mai,la vita stessa è un continuo alternarsi di alti e bassi,di sfide da affrontare per cui dobbiamo sempre farci vedere pronti.Mi sento dentro alla giungla,ma sto costruendo gli strumenti per sopravvivere,la musica di sicuro è la mia arma migliore.
La giungla in realtà può essere vista come un ambiente in cui l'omologazione a volte può portarti a perire.Nelle situazioni pericolose la mentalità tipica del gregge può essere d'intralcio nella sopravvivenza dell'individuo,non sempre quello che fanno in molti si rivela essere la cosa giusta,bisogna saper distinguere tra ciò che è bene per noi e tra ciò che non lo è ed omologarsi talvolta significa sopprimere noi stessi e limitare le proprie possibilità.Un vero cacciatore deve essere in grado si sopravvivere anche da solo.
La risposta alla prima domanda la avremo con un pezzo in particolare su cui sto attualmente lavorando,di certo non sono qui per lasciarmi sconfiggere...La resilienza è un aspetto fondamentale del disco e in generale del proprio percorso, è una capacità di cui tutti dovremmo disporre e gli eventi difficili devono solo essere ulteriori elementi di crescita per noi;senza di essa dubito che se ne esca vincitori.