“Keine Strasse” il disco d'esordio dei Wake up in the cosmos, racconta un viaggio confuso all’interno di una mente nebulosa ed ossessiva. Il protagonista rivive ricordi infantili nel brano “When I was ten”, cerca di salire su una ziqqurat nella valle dell’Eufrate tormentato da anime danzanti, riassapora le fasi di amori compulsivi che l’hanno prosciugato nel trittico “Sensual Crime” - “Berenice” - “Fruhstucken”, per poi assaporare la frustrazione che solo un fantasma può provare in “Keine Strasse”.
Il suo errare incerto non ha meta né un percorso tracciato, è una
centrifuga al limite della schizofrenia con repentini cambi di scenario.
Nessuna ricerca, nessun obiettivo, nessun perché, solo il piacere che un
viaggio può dare.
Cominciamo parlando del vostro
primo album, "Keine Strasse". Il titolo stesso sembra molto
intrigante. Cosa significa "Keine Strasse" e come si collega al tema
del disco?
Significa “Nessuna Strada”. Racconta un viaggio confuso all’interno di una mente nebulosa ed ossessiva. É un errare incerto, senza meta e senza seguire un percorso tracciato, con repentini cambi di scenario. Non c’è nessun perché, ma solo la necessità di compierlo.
Parlateci del viaggio emotivo
che "Keine Strasse" rappresenta. Quali temi avete affrontato durante
la creazione dell’album?
Il disco è figlio del periodo pandemico che abbiamo dovuto affrontare tutti. Avevamo tanto da espellere per cui c’è una forte componente emotiva. La mente in questione vaga fra ricordi infantili, amori naufragati e frustrazione.
Parlando di musica, come avete
strutturato l'album e quale ruolo ha la musica nel trasmettere il vostro
messaggio?
La musica ha un ruolo fondamentale. Abbiamo lavorato tanto sui reverberi ed i distorti della chitarra, prestando molta attenzione alla dinamica. Ogni brano rappresenta una tappa del percorso, ed ogni tappa è diversa dall’altra.
Quali sono state le vostre fonti
di ispirazione durante il processo creativo?
Il nostro processo creativo si è evoluto nel tempo, inizialmente ci siamo ispirati a gruppi della scena psych/garage Californiana, per poi ampliare l'ascolto anche a gruppi più sperimentali e particolari come i Goat, Yin Yin, Elephant Stone, Kikagaku Moyo, Ghost Funk Orchestra ecc.., queste influenze possono essere riscontrate in brani come Ziggurat e Keine Strasse. Per concludere non neghiamo una certa passione per lo Shoegaze che abbraccia praticamente ogni brano (My Bloody Valentine, Slowdive, Spaceman 3 ecc...)
C'è un brano che sentite
rappresenti particolarmente bene il messaggio complessivo di "Keine
Strasse"?
Difficile inquadrare la canzone giusta, dato che già il concetto di “Keine Strasse” è la risposta definitiva ai differenti brani. Dovendone scegliere uno ci verrebbe da pensare “Ziggurat” con la sua danza, è la più sperimentale dell’album. Possiamo definirlo come un processo volontario per discostarsi dalla massa, con questa sorta di tentativo di ascesa verso la salvezza bloccato quasi in partenza, da qui abbiamo posto le basi del concetto di viaggio, per questo l’abbiamo chiamata Ziggurat, un luogo lontano, antico che riprende anche lo stile della canzone.
Infine, cosa possiamo aspettarci
dal futuro dei Wake Up in the Cosmos? Avete già nuovi progetti in cantiere?
Pensavamo di registrare e pubblicare una cover che ci sta molto a cuore “Sex Beat” dei Gun Club, inizialmente la facevamo per scambiarci gli strumenti ed invitare altri componenti di band o qualcuno del pubblico durante i live. Adesso è diventato un nostro cavallo di battaglia e sentiamo la necessità di far sentire la nostra versione.
Ovviamente stiamo già lavorando al disco due non possiamo permetterci che queto viaggio appena iniziato si interrompa così presto.
Significa “Nessuna Strada”. Racconta un viaggio confuso all’interno di una mente nebulosa ed ossessiva. É un errare incerto, senza meta e senza seguire un percorso tracciato, con repentini cambi di scenario. Non c’è nessun perché, ma solo la necessità di compierlo.
Il disco è figlio del periodo pandemico che abbiamo dovuto affrontare tutti. Avevamo tanto da espellere per cui c’è una forte componente emotiva. La mente in questione vaga fra ricordi infantili, amori naufragati e frustrazione.
La musica ha un ruolo fondamentale. Abbiamo lavorato tanto sui reverberi ed i distorti della chitarra, prestando molta attenzione alla dinamica. Ogni brano rappresenta una tappa del percorso, ed ogni tappa è diversa dall’altra.
Il nostro processo creativo si è evoluto nel tempo, inizialmente ci siamo ispirati a gruppi della scena psych/garage Californiana, per poi ampliare l'ascolto anche a gruppi più sperimentali e particolari come i Goat, Yin Yin, Elephant Stone, Kikagaku Moyo, Ghost Funk Orchestra ecc.., queste influenze possono essere riscontrate in brani come Ziggurat e Keine Strasse. Per concludere non neghiamo una certa passione per lo Shoegaze che abbraccia praticamente ogni brano (My Bloody Valentine, Slowdive, Spaceman 3 ecc...)
Difficile inquadrare la canzone giusta, dato che già il concetto di “Keine Strasse” è la risposta definitiva ai differenti brani. Dovendone scegliere uno ci verrebbe da pensare “Ziggurat” con la sua danza, è la più sperimentale dell’album. Possiamo definirlo come un processo volontario per discostarsi dalla massa, con questa sorta di tentativo di ascesa verso la salvezza bloccato quasi in partenza, da qui abbiamo posto le basi del concetto di viaggio, per questo l’abbiamo chiamata Ziggurat, un luogo lontano, antico che riprende anche lo stile della canzone.
Pensavamo di registrare e pubblicare una cover che ci sta molto a cuore “Sex Beat” dei Gun Club, inizialmente la facevamo per scambiarci gli strumenti ed invitare altri componenti di band o qualcuno del pubblico durante i live. Adesso è diventato un nostro cavallo di battaglia e sentiamo la necessità di far sentire la nostra versione.
Ovviamente stiamo già lavorando al disco due non possiamo permetterci che queto viaggio appena iniziato si interrompa così presto.