Intervista a Lara Puglia


“Ho visto Nina volare” è una reinterpretazione piano e voce del famoso brano di Fabrizio De André realizzato in collaborazione con Ivano Fossati e tratto dall'album “Anime salve”. La scelta di realizzare una versione intima e personale di questo brano rappresenta un altro sguardo poetico sul mondo femminile che, dopo “Il Sogno di Maria”, si concentra su di un'altra giovane donna oggetto del desiderio forse dello stesso autore in età giovanile. Ricordi infantili ed emozioni adolescenziali in lotta tra innamoramento e frustrazione. Il pezzo è caratterizzato da un arrangiamento minimale eseguito dal vivo nello stesso concerto omaggio de Il sogno di Maria, ed è arricchito da una splendida introduzione al pianoforte di Luca Savazzi, musicista di grande intelligenza e sensibilità che vanta numerose collaborazioni con cantanti di estrazione jazz e pop.

Ciao Lara, grazie di essere qui con noi. Parlaci di te e di come è nata la tua passione per la musica...
La mia passione per la musica è nata con la mia passione per tutte le forme d'arte in generale. Ho avuto la fortuna di sviluppare fin da piccolissima un precoce talento per la pittura, moltissimi cantanti hanno questa attitudine parallela per le arti visive, una fra tante la mia amatissima Joni Mitchell. Ho mostrato da sempre uno spiccato interesse per la musica, la danza, il teatro. Ho sempre saputo che la mia vita avrebbe avuto a che fare con la creatività e la fantasia, non avrei mai potuto fare un lavoro qualunque, la mia ambizione più grande è sempre stata quella di continuare a rincorrere la mia naturale curiosità e la mia inesauribile voglia di studiare ogni forma d'arte, praticarla e perseguirne gli obiettivi più alti. Poi tutto si è sviluppato in maniera consequenziale, con un impegno costante e una grande determinazione mi sono diplomata prima in accademia, poi all'università e infine in conservatorio. Contemporaneamente ho iniziato a lavorare nel mondo dello spettacolo e della musica, con numerose e varie collaborazioni in formazioni live, con compagnie teatrali, in club, festival e rassegne. Una sfida continua e una continua crescita, allora come oggi

Qual è il messaggio che vuoi lanciare con la tua musica?
Non c'è un messaggio univoco. La musica è un mezzo per veicolare messaggi e sentimenti. Le mie canzoni nascono dal desiderio di interpretare altri autori che ritengo speciali perché particolarmente affini oppure da una spinta creativa che mi induce qua e la a buttar giù testi e melodie. Racconti miei o racconti altrui non fa differenza. Ad emergere è sempre e comunque il mio vissuto interiore, quello reale ma  anche quello immaginario, che nasce grazie ad una spiccata empatia verso il prossimo, una buona dose di sana emotività e una discreta fantasia che mi permette di vivere e rappresentare al tempo stesso altri mondi, altre vite

Quali musicisti hanno ispirato il tuo stile?
Questa è una domanda impegnativa! In realtà non ho mai avuto grandi miti ma sono sempre stata piuttosto onnivora, ho rubato un pò qua e un pò la, con periodi di forte innamoramento per un artista o per un genere e poi via verso nuovi orizzonti musicali, dall'opera lirica al cantautorato, dal jazz al musical. Ad ogni modo, per rimanere in ambito jazz e cantautorale, potrei citare Maria Pia De Vito e Joni Mitchell, delle quali ho letteralmente consumato quel meraviglioso omaggio alla canzone napoletana intitolato Nauplia e poi Mingus omaggio d'oltreoceano al famoso contrabbassista jazz. Ma potrei citare anche nomi come Noa oppure Chiara Civello

Di cosa parla il tuo nuovo singolo e cosa vuole trasmettere?
Rimini è tratta dall'omonimo album di Fabrizio De André del 1978. Una carrellata di personaggi ritratti in maniera cruda e spietata, alcuni di memoria felliniana. Dopo Il sogno di Maria e Ho visto Nina volare, questo è il terzo singolo di De André in versione piano e voce che fa parte dell'ep intitolato "Live al Teatro De André". Una nuova versione capace di esprimere la naturale alchimia che esiste tra due strumenti così lontani eppure così complementari come la voce e il pianoforte. Due strumenti in grado di contagiarsi a vicenda, rincorrersi, dialogare, intrecciarsi, dando forma compiuta al pezzo musicale in tutta la sua ricchezza armonica e melodica. Un mood essenziale quanto suggestivo, che restituisce l'atmosfera di questo racconto sempre duplice, ambivalente, sfaccettato, che unisce spensieratezza e malinconia, speranza e delusione, amore e smarrimento

Come mai la scelta di questo brano di De André?
Anche in questo pezzo De André si occupa degli emarginati, dei più fragili, di coloro che si ritrovano in condizioni svantaggiate come capita molto spesso alle donne, come capita a Teresa, per questo l'ho scelto. De André si riconferma poeta degli ultimi, il Caravaggio del cantautorato italiano, come amo definirlo. Questo è un album in cui le storie affiorano dalla penombra, con i volti illuminati da un fascio di luce fatto di parole che con brevi tratti ne descrivono la fisionomia e la psicologia. Si aggiungono poi alcuni elementi teatrali di contesto, come nei dipinti del pittore borderline per eccellenza, estrapolate da quel luna park di sregolatezze che rappresentava in quegli anni la riviera romagnola, la terra promessa del divertimento e della trasgressione. Teresa fa parte di quel panorama e vive sulla sua pelle il giudizio degli altri, paga le proprie scelte, sconta le proprie colpe. Un'anima fragile che di notte nel buio si trasforma, che in un attimo rischia di perdersi, e poi trascinarsi per una vita intera. Questo pezzo risuona in modo particolare nella mia testa, tra i ricordi di quegli anni passati in Romagna che mi hanno lasciato sensazioni al tempo stesso struggenti e meravigliose. Un frammento di cuore rimasto incastrato tra le colline e il mare, sempre lì ad attendere un mio ritorno

Che progetti hai per il futuro?
Innanzitutto continuare i concerti live in giro per l'Italia e non smettere mai di nutrirmi di esperienze artistiche, umane e musicali, in modo da avere sempre nuovi stimoli e nuovo carburante per i miei progetti. Nello specifico vorrei produrre e pubblicare altri singoli dedicati ad altri cantautori che amo, ma vorrei anche cimentarmi in nuove collaborazioni e l'idea potrebbe essere quella di realizzare dei duetti con amici e colleghi cantanti che ho avuto modo di conoscere negli ultimi live e non solo. Abbiamo anche in serbo il nuovo progetto inedito che nella sostanza è già pronto ma ha bisogno di essere curato e arrangiato in maniera cauta e ponderata, quindi senza fretta

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