Per l’occasione abbiamo scambiato quattro chiacchiere con loro. Buona lettura!
Per iniziare, potete raccontarci come si è formata la vostra band?
A: Dunque, innanzitutto ci conosciamo da parecchi anni perché veniamo entrambi da Latina, città universalmente nota per la sua movimentata scena musicale e, non dimentichiamolo, le sue famigerate rotonde! Tutto è cominciato un paio di anni fa, quando ho lanciato il mio primo EP di pezzi strumentali. Con mia enorme sorpresa, senza dirmi nulla, Gianluca ha registrato la batteria su una delle mie tracce e lì abbiamo capito che poteva nascere qualcosa di interessante. Ah, l’effetto sorpresa...
G: Ci siamo chiesti: “Perché non renderlo ufficiale?”. Così abbiamo proseguito a collaborare, componendo nuovi pezzi passo dopo passo, fino a creare colonne sonore per “Il caso Alex Schwazer” su Netflix, “Le città del futuro” su Raiplay, grazie anche a Sounzone, e soprattutto un album che verrà pubblicato il 3 Settembre da Overdubrecordings.
Quali sono le principali influenze musicali che hanno ispirato il vostro sound?
G: Le nostre influenze vanno dal post-rock all'elettronica e all'ambient. Alcuni dei nomi che ci ispirano sono Mogwai, Boards of Canada, Loscil, ma anche molte grandi band del passato come i Rush e i King Crimson, per non parlare dei più recenti Radiohead. Insomma, non ci facciamo mancare niente.
A: Quando componiamo, non ci fossilizziamo su un messaggio specifico, ma piuttosto su un sentimento. Il processo creativo spesso inizia con un'idea che prende forma mentre lavoriamo insieme. Crediamo che la musica strumentale abbia la straordinaria capacità di trasmettere emozioni o immagini evocative senza le limitazioni delle parole, permettendo a chi ascolta di interpretare il brano in modo personale. Tradotto: ognuno ci sente quello che vuole.
Per iniziare, potete raccontarci come si è formata la vostra band?
A: Dunque, innanzitutto ci conosciamo da parecchi anni perché veniamo entrambi da Latina, città universalmente nota per la sua movimentata scena musicale e, non dimentichiamolo, le sue famigerate rotonde! Tutto è cominciato un paio di anni fa, quando ho lanciato il mio primo EP di pezzi strumentali. Con mia enorme sorpresa, senza dirmi nulla, Gianluca ha registrato la batteria su una delle mie tracce e lì abbiamo capito che poteva nascere qualcosa di interessante. Ah, l’effetto sorpresa...
G: Ci siamo chiesti: “Perché non renderlo ufficiale?”. Così abbiamo proseguito a collaborare, componendo nuovi pezzi passo dopo passo, fino a creare colonne sonore per “Il caso Alex Schwazer” su Netflix, “Le città del futuro” su Raiplay, grazie anche a Sounzone, e soprattutto un album che verrà pubblicato il 3 Settembre da Overdubrecordings.
Quali sono le principali influenze musicali che hanno ispirato il vostro sound?
G: Le nostre influenze vanno dal post-rock all'elettronica e all'ambient. Alcuni dei nomi che ci ispirano sono Mogwai, Boards of Canada, Loscil, ma anche molte grandi band del passato come i Rush e i King Crimson, per non parlare dei più recenti Radiohead. Insomma, non ci facciamo mancare niente.
A: Quando componiamo, non ci fossilizziamo su un messaggio specifico, ma piuttosto su un sentimento. Il processo creativo spesso inizia con un'idea che prende forma mentre lavoriamo insieme. Crediamo che la musica strumentale abbia la straordinaria capacità di trasmettere emozioni o immagini evocative senza le limitazioni delle parole, permettendo a chi ascolta di interpretare il brano in modo personale. Tradotto: ognuno ci sente quello che vuole.
Qual è stata la scelta più rischiosa che avete fatto come band e come ha influenzato la vostra carriera?
G: Beh, diciamo che la carriera di Trame è così lunga e leggendaria che il nostro primo disco deve ancora uscire. Forse la decisione più ardua che abbiamo dovuto prendere è stata se fare tutto da soli o affidarci a un'etichetta discografica. Alla fine, abbiamo scelto l'etichetta perché, sai com'è, qualcuno doveva pur preoccuparsi di venderlo!
A: Che poi alla fine fai tutto da solo lo stesso, ma almeno hai qualcuno con cui lamentarti.
Qual è la storia dietro la canzone più difficile che avete scritto?
A: Ah, la canzone più difficile che abbiamo scritto? Facile: è stata un provino per Netflix che abbiamo rimaneggiato così tante volte che alla fine gli ultimi file rinominati avevano titoli del tipo "NonCeLaFacciamoPiù.mp3" o "BastaPerDioFinaleVeramenteUltimo.mp3". Non esattamente il massimo del glamour, ma decisamente onesto!
Di cosa parla il vostro nuovo singolo e cosa vuole trasmettere?
G: Siamo da sempre influenzati dalle persone che ci stanno intorno e dalle esperienze che viviamo in un mondo che purtroppo appare sempre più frammentato. Questo brano vuole essere un inno alle storie di persone, noi per primi, che nonostante tutto continuano a combattere e a sostenersi reciprocamente.
Al singolo si accompagna anche un videoclip. Ce ne volete parlare?
A: Il brano è anche un inno alla rinascita. In collaborazione con Filippo Cavalca, il regista, abbiamo voluto trasporre tutto ciò nella storia di Jade. La sua danza frenetica incarna la lotta interiore, e il suo viaggio culmina con una rinnovata forza d'animo, pronta ad abbracciare nuove opportunità. Insomma, volevamo danzare anche noi nel video, ma forse fisicamente non eravamo proprio al top delle nostre capacità!
Magari il prossimo chissà…
Che progetti avete per il futuro?
G :Disco in uscita il 3 Settembre per la Overdubrecordings,qualche data di presentazione in giro e scrivere a rotta di collo cose nuove.Ah…vincere soprattutto un concorso di danza!