Morea svela il messaggio del nuovo singolo “Dopo l’Ipnosi”


“Dopo l’Ipnosi” il nuovo singolo di Morea è un brano che racconta il risveglio da un’illusione. È un inno per chi ha trovato la forza di aprire gli occhi, riconoscere la verità e riprendersi la propria vita. La canzone nasce da una relazione in apparenza perfetta, ma che si rivela essere solo una costruzione idealizzata. Morea si rende conto di essersi innamorata di una maschera, di una persona diversa da quella che credeva. Il pezzo affronta i temi della manipolazione e dell’ipocrisia, raccontando quel momento in cui finalmente si aprono gli occhi e si comprende che l’amore vero non può fondarsi sulle bugie. Con versi come “La recita è finita, cadono le maschere”, Morea canta la liberazione da una relazione tossica e il ritrovare se stessa. “Dopo l’Ipnosi” abbraccia sonorità rock intense e graffianti, amplificando il messaggio di rabbia, delusione e liberazione che porta con sé. Ogni nota e ogni ritmo seguono il flusso delle emozioni, alternando momenti più controllati e intimi ad esplosioni di energia che sottolineano la forza del risveglio interiore. L’arrangiamento, curato da Roberto Cannizzaro, dà vita a un sound potente e incisivo, in cui chitarre e batteria dominano la scena, sostenendo l’intensità del testo. Il risultato è un’atmosfera che esalta ogni parola ed emozione, trasformando la canzone in un’autentica esplosione di rock e verità.

“Dopo l’Ipnosi” racconta un risveglio doloroso ma necessario. Qual è stato il momento esatto in cui hai capito che era ora di aprire gli occhi?
Il momento esatto in cui ho capito che era ora di aprire gli occhi è stato quando mi sono resa conto che ogni mio sforzo, ogni mia parola, ogni mio tentativo di farmi vedere e sentire da lui cadeva nel vuoto. Ho lottato per mostrargli chi ero veramente, per fargli capire ciò che mi feriva e ciò che mi faceva stare bene, ma a lui non importava. Mi dava per scontata, come se la mia presenza fosse un diritto acquisito, come se io dovessi sentirmi fortunata solo per essere accanto a lui, mentre lui si comportava come se avesse il mondo ai suoi piedi. È stato in quel momento, guardandomi nello specchio, che ho capito che non potevo più continuare a sopportare quella mancanza di rispetto, che meritavo molto di più. Svegliare me stessa è stato doloroso, ma necessario per ritrovare il mio valore.

Scrivere questa canzone ti ha aiutata a elaborare il vissuto o è stato più un processo di liberazione e distacco?
Scrivere questa canzone è stato soprattutto un processo di liberazione e distacco. Mettere nero su bianco tutto quello che ho provato, il dolore, la frustrazione e quella sensazione di invisibilità, mi ha permesso di tirare fuori ciò che avevo dentro e lasciarlo andare. È come se ogni parola scritta fosse un pezzo di quel peso che finalmente riuscivo a posare. Non è stato tanto un modo per rivivere il dolore o analizzarlo, quanto piuttosto per prendere le distanze, per chiudere quel capitolo e riprendermi la mia libertà emotiva. È stato un momento in cui ho deciso di scegliere me stessa, di mettere una distanza tra me e quella versione di me che accettava di essere trattata in quel modo. Scrivere mi ha dato la forza di trasformare quel vissuto in qualcosa di nuovo, qualcosa che mi rappresenta, ma che non mi definisce più.

Il brano è per chiunque si sia sentito intrappolato in una bugia. Quali parole avresti voluto sentire tu in quel momento?
Più che parole dolci o di conforto, in quel momento avrei voluto qualcuno che avesse avuto il coraggio di sbattermi la verità in faccia. Qualcuno che mi dicesse, passo dopo passo, quello che lui stava facendo, quanto mi stava mancando di rispetto e quanto stavo sacrificando di me stessa per qualcuno che non lo meritava. Ma allo stesso tempo, avrei voluto che quella persona mi dicesse: “Io sono qui per te. Ti aiuterò a svegliarti, a capire, e non ti lascerò sola mentre cerchi di ritrovarti.” Sarebbe stato un pugno allo stomaco, sì, ma accompagnato dalla mano di qualcuno pronta a sollevarmi. Credo che in certi momenti ci serva proprio questo: una verità scomoda, ma detta con amore. L’arrangiamento rock intenso amplifica il senso di rabbia e liberazione.

Quanto è stato importante per te trovare un sound che rispecchiasse fedelmente le tue emozioni?
È stato fondamentale trovare un sound che rispecchiasse fedelmente le mie emozioni. Volevo che la musica fosse un’estensione diretta di ciò che provavo: la rabbia accumulata, il dolore, ma anche la forza della mia rinascita. L’arrangiamento rock intenso è stata la scelta perfetta, perché attraverso ogni riff, ogni colpo di batteria, ogni nota graffiante, si percepisce quella lotta interiore che ho affrontato e la determinazione con cui ne sono uscita. Era importante per me che la musica comunicasse non solo la vulnerabilità di quel vissuto, ma anche la potenza di essermi rialzata e aver trovato una nuova forza dentro di me.

Dopo questa esperienza e questa canzone, senti di aver cambiato il tuo modo di vivere e percepire i rapporti?
Sicuramente questa esperienza e questa canzone hanno cambiato il mio modo di vivere e percepire i rapporti. Non mi butto più a capofitto, né in amicizia né in amore, perché ho imparato quanto sia importante proteggere me stessa e il mio valore. Prima davo tutto senza riserve, ma ora sono molto più cauta, più distaccata e, forse, anche un po’ più fredda. Non è una chiusura totale, ma un modo per evitare di perdermi di nuovo in situazioni che non mi rispettano o non mi valorizzano.
Questa esperienza mi ha insegnato a mettere dei confini e a guardare le persone e le relazioni con occhi più realistici.
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