Ascanio: la musica come liberazione e la dichiarazione d’amore di “Milano-Brindisi”


Un viaggio tra suoni ed emozioni, “Milano-Brindisi” di Ascanio è una dichiarazione d’amore senza compromessi. L'artista mescola pop e soul in un crescendo che parte intimo e sospeso, per poi esplodere in un coro gospel che trasforma il sentimento in qualcosa di universale. La produzione è elegante, con synth che avvolgono, ritmi che scaldano, e la voce di Ascanio che guida il brano con una tensione emotiva palpabile. La distanza, il desiderio, e il coraggio di dire "Spero che non cambierai mai" prendono vita in ogni nota. Non è solo una canzone, ma un battito, un viaggio, un destino.

Ascanio, la tua carriera musicale è iniziata molto presto. Com’è stato esibirsi in programmi televisivi da bambino?
È stato tutto super intenso, quasi surreale. Avevo pochi anni e già mi trovavo su palchi enormi, davanti a telecamere, luci, pubblico. Da un lato sembrava un gioco, dall’altro capivo che stava succedendo qualcosa di grande. Ma anche se ero piccolo, una cosa la sapevo: quando cantavo, mi sentivo libero. E quel tipo di libertà non l’ho più lasciata andare.

A un certo punto hai deciso di scrivere le tue canzoni. Cosa ti ha spinto verso il cantautorato?
La scrittura per me è nata da un bisogno. A volte parlare non basta, o non riesci proprio. E allora ho iniziato a scrivere quello che non riuscivo a dire. Scrivere mi ha salvato, in tanti momenti. Poi ho capito che quelle parole potevano diventare musica, e che magari qualcuno là fuori, ascoltandole, si sarebbe sentito meno solo. Da lì non ho più smesso.

“Milano Brindisi” è il tuo nuovo singolo, attualmente in rotazione radiofonica e disponibile sulle piattaforme. Qual è stata l’ispirazione musicale per questo pezzo?
Volevo che il sound raccontasse le emozioni tanto quanto il testo. Il soul e il pop sono due anime che convivono dentro di me, e i synth mi hanno aiutato a creare quell’atmosfera sospesa, un po’ malinconica ma carica di intensità. Mi sono lasciato guidare da quello che sentivo, più che da quello che “dovevo” fare. È nato tutto in modo molto istintivo, vero. E spero che si senta.

Dove ti vedi tra cinque anni?
Spero di vedermi ancora qui, con la musica sempre al centro. Magari con un album, tanti live alle spalle e altri ancora da fare. Ma più di tutto, spero di restare fedele a me stesso, di continuare a scrivere canzoni che parlano davvero. E se nel frattempo riesco a far sentire qualcuno meno solo, anche solo per tre minuti, allora ci sarò riuscito.

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