Intervista a Diletta Fosso: raccontare la vita attraverso la musica


Diletta Fosso racconta il suo viaggio musicale attraverso il singolo "Oltre il rumore", che affronta la guerra dal punto di vista di un bambino, ispirato da una foto drammatica che ha visto su Instagram. La canzone è diventata un progetto corale, con l'adesione di artisti come Cisco, Kento e Yo Yo Mundi, che hanno unito le forze per un messaggio di pace.
Nel suo terzo singolo, "Il vento sale", Diletta esplora un tema più leggero, celebrando la libertà e il cambiamento con sonorità fresche e sognanti. Due brani che, pur diversi, invitano entrambi ad andare oltre, a superare le difficoltà e a vivere con pienezza.
Diletta ci parla anche del suo amore per la scrittura e la musica classica, elementi che arricchiscono la sua arte e il suo rapporto autentico con il pubblico online.

La canzone “Oltre il rumore” affronta un tema delicato come la guerra attraverso gli occhi di un bambino. Come sei arrivata a questa prospettiva così particolare e potente?
È nata da una foto che ho visto su Instagram. Mi ha colpito tantissimo l'immagine di una bambina in una zona di guerra, in grandissima difficoltà. Ho sentito il bisogno di raccontare quella realtà attraverso i miei occhi, che sono quelli di una ragazza, e penso che la prospettiva di un bambino sia fragile ma allo stesso tempo potentissima, perché vede le cose con un'innocenza disarmante.

Attorno a questa canzone è nato un progetto “corale” sposato da molti artisti: che significato ha per te che artisti affermati come Cisco, Kento e Yo Yo Mundi vi abbiano aderito? 
Per me è un onore incredibile! Volevo che "Oltre il rumore" non fosse solo una mia canzone, ma diventasse un'occasione per unire tante voci diverse; che artisti che stimo tantissimo come Cisco, Kento e Yo Yo Mundi abbiano creduto nel progetto e abbiano deciso di partecipare, prestando le loro parole a questo messaggio di pace, ha un significato enorme per me. Dimostra che uniti possiamo fare la differenza e che la musica può davvero essere un ponte per far sentire le nostre idee.

 

Sei in uscita con un altro singolo, il terzo, che si intitola “Il vento sale”: sembra raccontare una storia molto diversa da "Oltre il rumore", più leggera e incentrata sul viaggio e il cambiamento. Com'è stato il passaggio da una tematica così profonda a una più spensierata? C'è un filo conduttore tra i due brani, o rappresentano due lati diversi della tua espressione artistica?
Sì, "Il vento sale" è un brano più leggero e solare. "Oltre il rumore" nasce dal dolore e dalla necessità di denunciare l'orrore della guerra, mentre "Il vento sale" è un inno alla libertà, al cambiamento e alla voglia di vivere a pieno ogni istante, un po' come in una giornata d'estate. C'è la parte di me che riflette sui temi importanti e quella che ha voglia di sognare, viaggiare e godersi la vita con leggerezza. Il filo conduttore, forse, è proprio la voglia di "andare oltre", in modi diversi.

Che tipo di sonorità o arrangiamenti hai scelto per "Il vento sale" per evocare queste sensazioni di viaggio, leggerezza ed energia?
Per "Il vento sale" ho cercato sonorità fresche e un po' sognanti, che richiamassero l'idea del viaggio e della spensieratezza dell'estate. Ci sono elementi pop, ma anche sfumature cantautorali, e ovviamente il violoncello, il mio Alfred, che accompagna la melodia e aggiunge un tocco di calore e profondità. Ho lavorato sugli arrangiamenti per creare un'atmosfera leggera ma con un'energia di fondo che inviti a lasciarsi trasportare.

 
Entrambi i brani sembrano invitare ad "andare oltre": "Oltre il rumore" e "oltre le abitudini quotidiane" con "Il vento sale". Vedi una connessione tra questi due messaggi?
Sì, assolutamente! "Oltre il rumore" ti spinge a guardare al di là della violenza e del caos, a cercare la pace e a resistere. "Il vento sale", invece, ti invita ad andare oltre la routine, a osare, a lasciarti sorprendere dalla vita e a inseguire i tuoi sogni, sentendo ogni respiro come una nuova possibilità. In entrambi i casi, si tratta di non fermarsi, di cercare qualcosa di migliore.

Oltre alla musica, hai anche interessi letterari, essendo stata finalista in un concorso di scrittura. Come si influenzano la tua scrittura di canzoni e la tua prosa?
Amo scrivere in generale, sia testi di canzoni che racconti. Credo che le due cose si influenzino molto a vicenda. Scrivere prosa mi aiuta a dare più struttura ai testi delle canzoni, a trovare le parole giuste per esprimere quello che sento. D'altra parte, scrivere canzoni mi insegna a essere sintetica e a concentrare le emozioni in poche frasi, il che mi è utile anche quando scrivo racconti. Sono due strumenti diversi per raccontare storie ed emozioni.
Utilizzi molto i social media per condividere la tua musica, non solo questa ma anche la classica visto che studi violoncello. Come vivi questo rapporto con il tuo pubblico online?
Vivo i social in modo sereno. Mi piace usarli per condividere la mia musica, sia le mie canzoni che i pezzi classici che studio con Alfred. È bello potersi connettere con le persone che mi ascoltano, leggere i loro commenti e vedere che la musica può emozionare. Non sento l'ansia dei numeri, per me sono un modo per farmi conoscere, per conoscere altri musicisti e per collaborare.

Cosa pensano i tuoi amici dei tuoi progetti musicali?
I miei amici mi supportano tantissimo! Sono i miei primi fan (e anche i più critici a volte, ma in senso buono!). Alcuni hanno partecipato anche al video di "Nuvole" e “Il vento sale”, è stato bellissimo condividere con loro quell'esperienza. Mi fanno sentire che sono sulla strada giusta e che posso contare su di loro.

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