“Non ti penserò” è il nuovo singolo di Dome Dè, una canzone che racconta l’amore nel suo lato più vero: quello che finisce. Con una voce intensa e un testo che alterna fragilità e forza, Dome Dè descrive il momento in cui ci si libera dal passato, scegliendo di non farsi più male. È un addio consapevole, senza rabbia, dove resta solo la dignità di chi decide di ricominciare. Un brano che parla a tutti, perché ognuno, almeno una volta, ha dovuto dire addio a qualcuno — e trovare il coraggio di non pensarci più.
Hai citato grandi nomi come Dalla, Battisti, De Gregori tra le tue influenze: quale di questi ha inciso di più su “Non ti penserò”?
Lucio Dalla. Perché aveva una capacità unica di rendere universale anche il sentimento più personale. In “Non ti penserò” c’è questa volontà di raccontare il dolore con delicatezza, senza eccessi, con quella dignità che spesso trovavo nelle sue canzoni.
Se dovessi collocare il tuo brano in una tradizione musicale italiana, dove lo inseriresti?
Lo vedo nella tradizione del cantautorato italiano più intimo e riflessivo, ma con uno sguardo moderno. Mi sento vicino a quella linea che parte da Tenco e arriva ai cantautori di oggi che non hanno paura di essere autentici anche nel pop.
Quali ascolti contemporanei senti più vicini al tuo modo di scrivere?
Ascolto molto artisti come Gazzelle, Brunori Sas, Vasco Brondi… tutti autori che riescono a parlare in modo diretto ma poetico. Trovo stimolante come riescano a raccontare fragilità, contraddizioni e sentimenti con un linguaggio semplice ma profondo.
Ti senti più cantautore “classico” o interprete di un pop moderno?
Mi sento un ponte tra le due cose. Ho un’anima da cantautore, perché parto sempre da ciò che vivo e sento. Ma non rinuncio a una scrittura accessibile, vicina anche a chi magari non ha mai ascoltato De André. Cerco di stare nel presente, senza dimenticare il passato.
Quanto è difficile oggi restare autentici in un panorama musicale sempre più standardizzato?
Molto. Ma è anche l’unico modo per resistere. L’autenticità è l’unica cosa che non può essere replicata. In un mondo pieno di filtri e omologazione, essere se stessi – anche se a volte fa paura – è la scelta più rivoluzionaria.

