Esserescoria ci parla del suo ultimo singolo “Io ratto tu serpente”

 

La canzone "Io ratto tu serpente" di Esserescoria offre una profonda e penetrante analisi della dipendenza, utilizzando metafore suggestive e un'energia musicale coinvolgente. Il titolo stesso evoca un'immagine di vulnerabilità e controllo, con il predatore che domina completamente la sua preda, prolungando sadicamente la sua agonia.
 
Il testo sembra dipingere un ritratto della dipendenza come un legame ossessivo, in cui il soggetto è consapevole di essere nelle mani del suo burattinaio, ma non può fare a meno di tornare da lui. Questa dinamica viene collegata a varie forme di dipendenza, come sostanze, gioco o relazioni personali, sottolineando la pervasività di questo tema nella società.
 
Dal punto di vista musicale, la canzone si presenta come un pezzo grintoso e coinvolgente, con una voce graffiante che trasmette un'energia palpabile. L'intermezzo offre una fugace speranza di liberazione dalla schiavitù della dipendenza, ma questa speranza viene nuovamente infranta nel ritornello che descrive il burattinaio che continua a controllare il suo burattino.



 La citazione del verso del ritornello, "perché tu respiri le mie apnee, ogni pezzo assente, ogni scintilla che non c'è è come ossigeno per te, demone", aggiunge ulteriore profondità al brano. Collegando la dipendenza ai vuoti esistenziali, si fa riferimento all'esperimento "rat park" di Bruce K. Alexander, evidenziando come la dipendenza possa prosperare in presenza di mancanze profonde.
 
In definitiva, "Io ratto tu serpente" è una canzone che va oltre la superficie, esplorando le sfaccettature oscure della dipendenza e suggerendo che la liberazione da essa potrebbe richiedere una comprensione profonda dei vuoti interiori che la alimentano.
 
 
Qual è stata l’ispirazione dietro la creazione di "Io ratto tu serpente"? C'è un'esperienza personale o una fonte d'ispirazione specifica che ha guidato lo sviluppo di questo brano?
Credo che tutti nella nostra realtà e nella nostra vita abbiano avuto a che fare con la dipendenza in modo diretto o indiretto,
Dipendenza da sostanze, persone, gioco, cibo o quant’ altro: le declinazioni sono infinite.
 
Il brano presenta una dualità tra speranza e ricaduta. Come hai cercato di trasmettere emotivamente questa alternanza nel corso della canzone, sia a livello musicale che testuale?
Musicalmente ho cercato di trasmettere il costante bisogno di rivolgere il pensiero alla propria musa distruttrice con un ritmo sostenuto e con toni sempre alti e accesi, come se ci fosse il bisogno di urlare il proprio amore/odio.
L’ interlude a tre quarti del brano è la parte che riflette la speranza, quasi la promessa di uscire un giorno dal loop della dipendenza rappresentato musicalmente dall’alternanza verse - chorus.
Come nella realtà, quasi sempre queste finestre di lucidità del “tossico” sono brevi e destinate a essere abiurate con le azioni autodistruttive, tanto che anche questi momenti di “pentimento” in una prospettiva più ampia fanno anche esse parte del gioco di ripetizioni infinte che regola la vita nella morsa delle dipendenze. Nel brano è seguita, dopo un breve assolo, da l’ultimo ritornello.
Ritornello che è il ritorno, la ricaduta puntuale.
 
Se potessi descrivere il processo creativo di "Io ratto tu serpente" in tre parole, quali sceglieresti e perché?
Tesi antitesi sintesi
All’inizio i riff di chitarra che avevo prodotto mi ispiravano con un’energia caustica, arrabbiata.
Quando poi ho iniziato a scrivere il testo però mi è venuta voglia di stravolgere quello che sentivo scrivendo versi languidi d’ amore proprio per creare un contrasto interessante.
Alla fine, ho cercato di fondere queste due direzioni, rabbia e amore, e mi è venuta in mente la dipendenza: cosa rimanda meglio al dualismo di adulazione e odio che quello rivolto verso la cosa che ti emoziona di più ma nel contempo ti uccide? 
 
In che modo pensi che il ritmo incalzante e l'energia del rock abbiano contribuito a esprimere al meglio il tema della dipendenza?
Il rock e le dipendenze si trovano sempre bene insieme, forse perchè chi ascolta o produce il rock spesso cerca dalla musica emozioni senza mai accontentarsi.
Anche chi cade nella dipendenza parte sempre da una voglia di vivere, di provare che difficilmente è saziabile.
Destino beffardo è che un’esagerata voglia di esistere ti porti proprio all’opposto: la cessazione dell’esistenza intesa come viaggio sempre in avanti e sempre a contatto con molteplicità.
Chi cade nella dipendenza non va avanti ed è fisso sempre su un punto, e finisce per perdere la curiosità che ti spinge ad assaporare i diversi aspetti della vita.
 
Hai obiettivi specifici che vorresti raggiungere nel prossimo anno dal punto di vista artistico? C'è qualcosa che desideri esplorare o sperimentare che non hai ancora avuto l'opportunità di fare?
Voglio concentrarmi nella preparazione del live e costruire un piccolo studio registrazione nella campagna toscana, dove sto andando a vivere.
Una nuova vita che sicuramente porterà nuova ispirazione.
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