"Senza Nome (Sole)": il nuovo singolo de La Tempesta Gentile che trascende oltre l'ordinario


“Senza Nome (Sole)” il nuovo singolo de La Tempesta Gentile è un viaggio sonoro intriso di stratificazioni eteree e testi riflessivi. Un invito a esplorare nuove prospettive e a guardare oltre la quotidiana routine. La canzone cattura l'attenzione con loop avvolgenti e improvvisi momenti di intensità emotiva, offrendo un'esperienza unica che va oltre i confini del convenzionale.
 
 
Qual è stata l'ispirazione principale dietro il vostro nuovo singolo "Senza Nome (Sole)"?
 
L'ispirazione per Senza Nome (Sole) è arrivata allo stesso modo della maggior parte dei brani del disco, ovvero siamo partiti da un'idea embrionale che abbiamo poi sviluppato pian piano in sala prove. In questo caso l'arpeggio minimale di tre note che entra subito all'inizio, ha acceso la scintilla, con il testo che è stato ispirato direttamente dalla musica che stavamo creando. Al solito componiamo in questo modo, con la musica che viene prima, e il testo subito dopo.
Quello che usciva dalle primissime sessioni era una sensazione di apertura, di grandi distanze, spazi siderali, quindi una via tracciata in modo chiaro per il testo fin dall'inizio.
In seguito ovviamente abbiamo lavorato molto di più sui dettagli, soprattutto sull'effettistica e sui loop, che caratterizzano il nostro sound fatto di stratificazioni. 
 
Il videoclip realizzato su pellicola super 8 per "Senza Nome (Sole)" ha richiesto una tecnica di produzione molto diversa rispetto ai video più tradizionali. Qual è stata la parte più stimolante di questo processo per voi come band?
 
La parte più stimolante è stata sicuramente l'essere "obbligati" a realizzare il videoclip in un modo totalmente diverso dagli standard attuali. Con la super 8 finché non sviluppi la pellicola, non puoi vedere il risultato, quindi devi studiare ogni singola ripresa nei minimi particolari, non puoi permetterti errori, devi adattarti molto rapidamente alle condizioni esterne e devi sempre "rispettare" la macchina che stai usando.
Un vero e proprio tuffo indietro nel tempo per noi, e il risultato per noi era davvero stimolante, ovvero raggiungere quel tipo di estetica, con la patina polverosa e sfuocata tipica della super 8, che ci sembrava perfetta in linea con l'atmosfera del pezzo.
È stata sicuramente una scelta rischiosa perché avevamo a disposizione pochi minuti di girato, non potevamo permetterci "sprechi" di riprese, la tecnologia della super 8 è diventata "vintage" e quindi i costi non sono così abbordabili per una produzione indipendente come la nostra.
È andata bene però perché siamo davvero molto soddisfatti del risultato. 
 
Come è nata la vostra band e qual è la storia dietro il nome "La Tempesta Gentile"?
 
La nostra band è nata nel 2021, in pieno lockdown, e per l'esattezza è composta da due batteristi. Prima di essere bassista e cantante (parla Luca), quale sono nella band, sono infatti batterista e insegno batteria in alcune scuole della mia provincia.
Giovanni è stato uno dei miei primissimi allievi, quindi lo conoscevo già da parecchi anni.
Sia musicalmente che umanamente mi sembrava la persona perfetta con cui creare una band.
La formazione a duo mi ha sempre incuriosito e affascinato, mi piace l'idea di poter fare uscire un vero e proprio wall of sound con così pochi elementi, trovo il tutto molto diretto e allo stesso tempo sorprendente per l'ascoltatore. Una volta che ho trovato il mio suono, sdoppiando e processando il segnale del basso, per farlo suonare sia come basso che come chitarra, ho voluto aggiungere quindi solo la batteria per completare la band, eravamo dunque già al completo così.
La storia dietro al nostro nome è molto semplice, volevamo un'immagine che riflettesse il nostro suono, che gioca molto con i contrasti, da lì il nome è arrivato abbastanza velocemente.
 
Come descrivereste lo stile musicale distintivo della vostra band?
 
È sempre difficile definirsi in un genere, spesso può essere fuorviante e non a fuoco del tutto, noi sicuramente ci sentiamo vicini alla scena shoegaze, quella della prima ondata di inizio anni 90.
Tante band che ci hanno influenzato vengono da quel periodo, quelle sonorità sono state quindi per noi un punto di partenza che abbiamo cercato di sviluppare in un modo personale, a partire dalla particolare formazione, a due, con la quale ci presentiamo dal vivo esattamente come in studio.
Una delle nostre peculiarità è sicuramente quella di giocare per contrasti fra diverse dinamiche, con un sound che a tratti è ruvido e aggressivo, ma anche etereo e profondo. Come detto il nostro suono è direttamente legato al nostro stesso nome.
 
C'è un messaggio che sperate che il vostro pubblico riceva quando ascolta la vostra musica?
 
Più che un messaggio particolare vorremmo trasmettere sensazioni, quelle che si provano durante un viaggio verso l'ignoto fuori dalla nostra comfort-zone, fra momenti caotici dove è impossibile trovare una meta o vedere uno spiraglio, squarci di luce, oasi di pace, pause improvvise che però a volte si rivelano un’illusione, insomma tanti mondi e paesaggi diversi dove testi e musica vanno a braccetto e dove crediamo in tanti si possano ritrovare.
Per elevare il concetto di viaggio e lasciarlo libero all'interpretazione di ognuno di noi, abbiamo utilizzato soprattutto metafore e immagini riguardanti gli oggetti celesti e l'osservazione del cielo, aspetti provenienti da una primordiale nostra passione per l'astronomia.
Quindi tanto spazio, tante strade, ma soprattutto una sensazione di grande vitalità che speriamo di essere riusciti a trasmettere.
 
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