"Senza Nome (Sole)": il nuovo singolo de La Tempesta Gentile che trascende oltre l'ordinario
Author -
Fattimusicali
30 marzo
“Senza Nome (Sole)”
il nuovo singolo de La Tempesta Gentile è un viaggio sonoro intriso di
stratificazioni eteree e testi riflessivi. Un invito a esplorare nuove
prospettive e a guardare oltre la quotidiana routine. La canzone cattura
l'attenzione con loop avvolgenti e improvvisi momenti di intensità emotiva,
offrendo un'esperienza unica che va oltre i confini del convenzionale.
Qual è
stata l'ispirazione principale dietro il vostro nuovo singolo "Senza Nome
(Sole)"? L'ispirazione
per Senza Nome (Sole) è arrivata allo stesso modo della maggior parte dei brani
del disco, ovvero siamo partiti da un'idea embrionale che abbiamo poi
sviluppato pian piano in sala prove. In questo caso l'arpeggio minimale di tre
note che entra subito all'inizio, ha acceso la scintilla, con il testo che è
stato ispirato direttamente dalla musica che stavamo creando. Al solito
componiamo in questo modo, con la musica che viene prima, e il testo subito
dopo. Quello che
usciva dalle primissime sessioni era una sensazione di apertura, di grandi
distanze, spazi siderali, quindi una via tracciata in modo chiaro per il testo
fin dall'inizio. In seguito
ovviamente abbiamo lavorato molto di più sui dettagli, soprattutto
sull'effettistica e sui loop, che caratterizzano il nostro sound fatto di
stratificazioni. Il
videoclip realizzato su pellicola super 8 per "Senza Nome (Sole)" ha
richiesto una tecnica di produzione molto diversa rispetto ai video più
tradizionali. Qual è stata la parte più stimolante di questo processo per voi
come band? La parte
più stimolante è stata sicuramente l'essere "obbligati" a realizzare
il videoclip in un modo totalmente diverso dagli standard attuali. Con la super
8 finché non sviluppi la pellicola, non puoi vedere il risultato, quindi devi
studiare ogni singola ripresa nei minimi particolari, non puoi permetterti
errori, devi adattarti molto rapidamente alle condizioni esterne e devi sempre
"rispettare" la macchina che stai usando. Un vero e
proprio tuffo indietro nel tempo per noi, e il risultato per noi era davvero
stimolante, ovvero raggiungere quel tipo di estetica, con la patina polverosa e
sfuocata tipica della super 8, che ci sembrava perfetta in linea con
l'atmosfera del pezzo. È stata
sicuramente una scelta rischiosa perché avevamo a disposizione pochi minuti di
girato, non potevamo permetterci "sprechi" di riprese, la tecnologia
della super 8 è diventata "vintage" e quindi i costi non sono così
abbordabili per una produzione indipendente come la nostra. È andata
bene però perché siamo davvero molto soddisfatti del risultato. Come è nata
la vostra band e qual è la storia dietro il nome "La Tempesta
Gentile"? La nostra
band è nata nel 2021, in pieno lockdown, e per l'esattezza è composta da due
batteristi. Prima di essere bassista e cantante (parla Luca), quale sono nella
band, sono infatti batterista e insegno batteria in alcune scuole della mia
provincia. Giovanni è
stato uno dei miei primissimi allievi, quindi lo conoscevo già da parecchi
anni. Sia
musicalmente che umanamente mi sembrava la persona perfetta con cui creare una
band. La
formazione a duo mi ha sempre incuriosito e affascinato, mi piace l'idea di
poter fare uscire un vero e proprio wall of sound con così pochi elementi,
trovo il tutto molto diretto e allo stesso tempo sorprendente per
l'ascoltatore. Una volta che ho trovato il mio suono, sdoppiando e processando
il segnale del basso, per farlo suonare sia come basso che come chitarra, ho
voluto aggiungere quindi solo la batteria per completare la band, eravamo
dunque già al completo così. La storia
dietro al nostro nome è molto semplice, volevamo un'immagine che riflettesse il
nostro suono, che gioca molto con i contrasti, da lì il nome è arrivato
abbastanza velocemente. Come
descrivereste lo stile musicale distintivo della vostra band? È sempre difficile definirsi in un
genere, spesso può essere fuorviante e non a fuoco del tutto, noi sicuramente
ci sentiamo vicini alla scena shoegaze, quella della prima ondata di inizio
anni 90. Tante band che ci hanno influenzato
vengono da quel periodo, quelle sonorità sono state quindi per noi un punto di
partenza che abbiamo cercato di sviluppare in un modo personale, a partire
dalla particolare formazione, a due, con la quale ci presentiamo dal vivo
esattamente come in studio. Una delle nostre peculiarità è
sicuramente quella di giocare per contrasti fra diverse dinamiche, con un sound
che a tratti è ruvido e aggressivo, ma anche etereo e profondo. Come detto il
nostro suono è direttamente legato al nostro stesso nome. C'è un
messaggio che sperate che il vostro pubblico riceva quando ascolta la vostra
musica? Più che un messaggio
particolare vorremmo trasmettere sensazioni, quelle che si provano durante un
viaggio verso l'ignoto fuori dalla nostra comfort-zone, fra momenti caotici
dove è impossibile trovare una meta o vedere uno spiraglio, squarci di luce,
oasi di pace, pause improvvise che però a volte si rivelano un’illusione, insomma
tanti mondi e paesaggi diversi dove testi e musica vanno a braccetto e dove
crediamo in tanti si possano ritrovare. Per elevare il concetto di viaggio e
lasciarlo libero all'interpretazione di ognuno di noi, abbiamo utilizzato
soprattutto metafore e immagini riguardanti gli oggetti celesti e
l'osservazione del cielo, aspetti provenienti da una primordiale nostra
passione per l'astronomia. Quindi tanto spazio, tante strade, ma
soprattutto una sensazione di grande vitalità che speriamo di essere riusciti a
trasmettere.
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